Ricostruire, adattare, interpretare…

dall’imperatore Claudio a Gesù di Nazareth.

Ricostruire, adattare, interpretare… dall’imperatore Claudio a Gesù di Nazareth.

Le ricostruzioni storiche sono un mondo affascinante. Ti permettono di fissare in un fotogramma un istante avvenuto secoli… millenni prima. Ti consentono di ricreare un momento storico o religioso o rivisitare un’opera d’arte. Amo questo genere fotografico.
Un genere fotografico in cui lo scatto è sicuramente solo un aspetto dei mille che bisogna prevedere e programmare.
È un lavoro di squadra e necessità sicuramente di affiatamento. Affiatamento non solo sotto il punto di vista strettamente professionale ma anche di immaginazione, creatività e buon appetito.
Già buon appetito.
Sono da sempre un convinto sostenitore dell’inutilità di mille riunioni, incontri di lavoro, brainstorming e menate del genere. Soprattutto se si tratta di arte e creatività.
Le cose più belle si immaginano e si inventano a tavola. Non c’è nulla di più creativo di una buona compagnia attorno ad una tavola imbandita e a un buon bicchiere di vino o birra ghiacciata (con moderazione ovviamente).
E proprio durante una cena, alla fine del 2012, che con gli amici Vincenzo Ricciarello e Massimo De Clementi, rievocato storici di vecchia data, ci venne l’idea di un progetto fotografico in occasione del Natale di Roma dell’anno successivo.
DCCC ab Urbe Condita, ovvero a 8 secoli dalla fondazione di Roma, quando, l’imperatore Claudio, introdusse per la prima volta le celebrazioni per tale evento.

Dopo 3 mesi di preparazione (date di scatto, pianificazione di decine di evocatori, ruoli, costumi, testi, trucco) prese corpo il progetto che divenne il lavoro fotografico per il lancio della Fujifilm X-M1 in Italia.
Ovviamente abbiamo festeggiato con una bella cena. E cosa succede a cena se, in buona compagnia, ci si ritrova attorno ad una tavola imbandita con un buon bicchiere di vino o birra ghiacciata (sempre con moderazione mi raccomando)?
La risposta è scontata… si pensa subito al prossimo progetto.
Dal Natale di Roma, alla Pasqua Cristiana il passo è breve.
L’iter della preparazione è stato sostanzialmente simile. Ma, mentre di armature, divise e accessori da legionario ce ne erano in abbondanza, la preparazione delle vesti di Gesù, quelli degli Apostoli e delle Pie Donne, così come la divisa dei funzionari del tempio hanno portato via molto tempo. Così come tutti gli aspetti che riguardavano la croce e la crocifissione. La concordanza storica è il filo conduttore di tutti i lavori e anche questa volta abbiamo cercato di essere più plausibili possibile rispetto ciò che ci viene narrato da quasi 20 secoli.
Alla fine Via Crucis - La via dolorosa ha preso... luce.

Dal 2014 le cene sono diventate più rade, complici problemi comuni di colesterolo, pressione, trigliceridi e quant’altro. Così portare avanti progetti così ambiziosi è diventato un po’ più complicato. D’altronde è risaputo che senza “duri ed impegnativi incontri di lavoro” è complicato portare avanti una qualsiasi idea.
Ma tant’è.
Ci volle qualche hanno di pseudo dieta e, soprattutto una proposta a cui non si poteva dire di no da parte del pittore Ippazio Campa per ritrovarci attorno alla tavola. Niente dimeno che la reinterpretare della “Vocazione di Matteo” del Caravaggio. Un lavoro patrocinato dal Pontificio Consiglio della Cultura.
Dallo scatto finale sarebbe poi nato il quadro da esporre nel duomo di S. Matteo a Salerno.
Quindi abbiamo fatto finta di aver risolto i problemi di colesterolo, pressione, trigliceridi e quant’altro e, carta (tovagliolo di carta unto per essere precisi) e penna ci siamo rimessi a lavoro.
Questa volta avevamo necessità di qualcosa che ci consentisse un ulteriore salto di qualità.
Oltre la conferma della meravigliosa Make up Artist Mara Genoese per il trucco e al maestro Andrea Camilletti per le musiche originali, ci servivano due attori professionisti per i ruoli principali.
Per fortuna gli amici rispondono sempre presente e così Mauro Ermito è diventato Gesù e Umberto Salamone S. Matteo. Per ultimo, ma non importanza, è entrato nel gruppo anche l’amico Valter Ventrone per dare una ulteriore fondamentale mano alla creazione di questo progetto.
Ovviamente questo lavoro comportava l’utilizzo di molte più risorse, e, come sempre, Fujifilm Italia non si è tirata così come non si era mai tirata indietro in passato. Ancora grazie
E così è nato Mt. 9,9-13.

Di quell’esperienza ci sono rimaste tante cose. E di tante cose una soprattutto ci ha resi consapevoli di un dato di fatto ineluttabile… non avremmo mai risolto i problemi di colesterolo, pressione, trigliceridi e quant’altro. Quindi perché non approfittarne per pianificare un altro progetto?


ADZERO… le origini.
“Che vogliamo fare?… mi passi la bruschetta” “Stavo pensando sempre a unire arte sacra e rievocazione storica” “…mmh si però… coff coff… oddio mi stavo a strozza’… me passi l’acqua” “buoni gli arrosticini… di che stavamo a parla’?” “Io pensavo qualcosa riguardo al Natale” “Vai a sciare?” “No non so sciare…parlavo di fotografia…di Gabriele… passami i formaggi” “Gabriele ..dov’è… è qui? È un sacco di tempo che nello vedo” “…ma no l’Arcangelo Gabriele… vabbè so’ stanco… il conto!” “si infatti… lavorare troppo fa male”.